L’architettura è il suo mestiere, ma per trasformare i duecentocinquanta metri quadrati de La Filanda, Roberto Campa ha avuto un’intuizione brillante: si è affidato a un Concorso di Idee, promosso in collaborazione con l’Ordine degli Architetti della provincia di Lecce.
Hanno aderito in tanti, diciannove i progetti presentati, per oltre 70 partecipanti, “sviluppatori di idee”, tra architetti e ingegneri, dall’Italia e dall’estero.
La sfida? Dare una nuova identità a “La Filanda”, attraverso arredi dal design originale, con utilizzo di materiali, forme e colori in sinergia con la cultura del luogo e del territorio.
I VINCITORI
Gli architetti Marco Brianzoli di Milano e Mathieu Michell di Parigi hanno presentato un progetto originale per gli arredi de La Filanda e hanno vinto il Concorso di Idee.
Hanno proposto un sistema completo e coordinato attraverso la declinazione di un unico elemento formale (il listello di 3-5 cm disposto di taglio), che ricorda che lì in anni non molto lontani si allevava il baco da seta e ne veniva prodotto il prezioso filato.
“Il principio compositivo e aggregativo, sviluppato come ripetizione di elementi primari, ci ha portato alla definizione, anche linguistica, di un vero e proprio sistema intelaiato di profili lineari, vicino, anche figurativamente, agli usi storicamente insediati all’interno della Filanda.
La tessitura di pieni e vuoti, la trama di opacità e di trasparenze, di materiali e di luce, che ne è conseguita, ci ha dato la possibilità di avere, soprattutto nel disegno degli elementi “guardaroba”, a giorno, manufatti parzialmente diafani, con intrinseca riduzione dell’impatto e della percezione dell’ingombro”, così i due progettisti descrivono la loro proposta vincente.
Nascono armadi, letti, comodini, scrivanie, tavoli e sedie, ripetuti uguali all’interno delle diverse stanze, dal disegno pulito e sobrio per completare gli ambienti austeri dell’edificio. Hanno scelto il legno, semplicemente levigato a finitura naturale e con venatura a vista; un materiale carico di tradizione, ampiamente diffuso nel Salento, reinterpretato in chiave contemporanea.
IL RISULTATO?
“Un sistema di arredi che potesse essere, allo stesso tempo, coerente con i caratteri e i colori dello spazio esistente, ma, attraverso le qualità proprie del materiale, presentarsi come elemento distintivo e di arricchimento, in termini di calore e ospitalità”.